Sociale, profughi, grandi opere: la maggioranza è un colabrodo

Pubblicato da il 21 Ottobre 2016 0 Commenti

Il venir meno del numero legale ieri sera in Consiglio comunale sulla proposta relativa al Traforo delle Torricelle non è stato dovuto, come suggerito da qualcuno, dall’avvilimento dei consiglieri che sarebbero fuggiti scandalizzati di fronte a polemiche e intemperanze pur accese. In questi anni la maggioranza ha dato dimostrazione di avere ben altro “pelo sullo stomaco”. Più semplicemente i consiglieri erano divisi e non sapevano bene come votare senza compromettersi troppo. Le stesse fratture e divisioni che troviamo su tanti altri temi, specie in campo del sociale, dall’accoglienza alla solidarietà alle famiglie in difficoltà. La maggioranza è riuscita a dividersi perfino sulla donazione in comodato gratuito di qualche bicicletta ai profughi. L’abbiamo vista traballare sulla solidarietà a famiglie veronesi in stato di bisogno (Emporio della solidarietà); in difficoltà di fronte ai protocolli per l’accoglienza e l’integrazione dei profughi, stigmatizzando lo scorso novembre la partecipazione del Comune al convegno del MIUR sui protocolli per l’integrazione; muta di fronte all’emergenza dei profughi, con il risultato, in tanti comuni a maggioranza tosiana, di scaricare le responsabilità sulle spalle dei Prefetti costretti a ricorrere a misure d’emergenza.
Molti consiglieri non sono stati all’altezza della lunga e alta tradizione che vede la nostra città all’avanguardia negli interventi su persone e famiglie in difficoltà. Non esistono poveri di serie A e di serie B, esistono persone che hanno bisogni e necessità cui va data risposta. L‘attenzione, la vicinanza e la cura nei confronti di richiedenti asilo sono azioni che creano integrazione e coesione sociale riducendo rischi di emarginazione e di delinquenza. Troppo facile restare uniti quando le cose vanno bene. E’ nelle emergenze, come questa dei profughi e delle povertà, che si vede il nerbo di una amministrazione seria.

I consiglieri comunali
Luigi Ugoli, Eugenio Bertolotti