Rilancio Fondazione Arena: la città deve andare al “vedo”

Pubblicato da il 26 Luglio 2016 0 Commenti

Quella messa a disposizione dal Ministero per il risanamento della Fondazione Arena è una cifra importante sebbene stupisca la distanza con quanto richiesto dal commissario che pure dovrebbe lavorare a stretto contatto con il Ministero.
Sulla differenza necessaria per rifinanziare il debito ed attuare il rilancio la città deve andare al “vedo” mettendo la parola fine alle tante ambiguità a cui abbiamo assistito in questi mesi e dicendo chiaramente se vuole salvare la Fondazione Arena oppure se vuole affossarla.
Deve continuare a fare la sua parte prima di tutti il Comune che, pure essendo stato parte attiva del problema, vista la disastrosa gestione Tosi-Girondini, si è inspiegabilmente tirato indietro all’arrivo del commissario trattenendo 1,5 dei 3 milioni che la giunta aveva deliberato di stanziare. Deve fare la sua parte la Camera di Commercio in quanto rappresentante delle categorie che più beneficiano dall’immenso indotto, stimato in 400 milioni di euro, che alla chiusura del bilancio consuntivo 2015 della Fondazione non aveva ancora deliberato 500 mila euro di contributo straordinario già previsto. Agsm, che si è inserita nella partita con un ruolo decisamente importante, deve chiarire la sua posizione. La Regione (su questo avremo a presto un ordine del giorno in Consiglio) deve aumentare il suo contributo anziché ridurlo come sta facendo negli ultimi anni perché l’indotto creato dalla stagione lirica areniana alimenta il meccanismo dell’intero turismo veneto.
Lo Stato da solo non può farsi carico di un problema che ha origini locali, da ultimo nella disastrosa gestione Tosi-Girondini. I privati hanno tutti gli strumenti per sostenere con benefici concreti la lirica a Verona tenuto conto che il l’influsso dell’indotto operistico si fa sentire in tutta la provincia, lago di Garda in primis.

I consiglieri comunali Pd
Michele Bertucco ed Eugenio Bertolotti