Variante al Piano degli Interventi: dove sono finite le opere promesse anni fa?

Pubblicato da il 16 Maggio 2016 0 Commenti

Al di là della speciosa polemica sul presunto condono edilizio (semplicemente fuori luogo in quanto i Comuni non possono disporre condoni edilizi) il problema della Variante Caleffi al Piano degli Interventi è che essa non affronta tutta una serie di questioni su cui aveva fallito la prima versione del Piano, quella del 2011 firmata Tosi-Giacino.
Facciamo qualche esempio: nel 2011 furono tolti dal Piano triennale comunale delle opere pubbliche  tutta una serie di lavori pubblici attesi dai quartieri, con la promessa che sarebbero stati realizzati sotto forma di opere compensative dai privati che avevano aderito al Piano degli Interventi. Cinque anni dopo constatiamo non solo che questi lavori non sono stati realizzati dai privati aderenti al Piano (sono ben 98 le schede norma dichiarate decadute) ma non sono nemmeno stati reintegrati nel Piano triennale delle opere. Dove sono finiti?
Altro esempio: si vuole davvero intervenire per riordinare l’assetto delle Torricelle e della zona di pertinenza del Parco dell’Adige? Allora buon senso vorrebbe che prima, o contestualmente, vengano predisposti i piani ambientali e di gestione del Parco delle Colline, del Parco delle Mura e dei Forti, del Parco dell’Adige Sud e del Parco dell’Adige Nord.
E ancora: una vera rimodulazione del Piano degli Interventi non può esimersi dal mettere mano alle criticità evidenziate a Verona Sud (Parco del Prusst, Ex Scalo Merci, traffico, inquinamento) che col Piano degli Interventi si sono tutt’altro che attenuate.
Queste omissioni, che durano ormai da troppo tempo, tradiscono il vero obbiettivo dell’amministrazione che è semplicemente quello di fare cassa a spese territorio. Di fatto la Variante Tosi-Caleffi inaugura ufficialmente, soltanto con qualche ritocco, la seconda fase del Piano degli Interventi, di cui non si sarebbe dovuto parlare prima del 2017. In realtà il documento di predisposizione risale già al 2014, appena due anni dopo l’entrata in vigore della prima fase del Piano. Il Comune anticipa la seconda fase non per una richiesta di sviluppo della città ma per il semplice motivo che ha mancato tutti gli obbiettivi di incasso nella prima fase.

Consiglieri Comunali Pd
Michele Bertucco e Luigi Ugoli