Provvedimenti urgenti di salvaguardia per il servizio universale postale

Pubblicato da il 17 Settembre 2015 0 Commenti

Diego Zardini, deputato del Partito Democratico, ha firmato l’interrogazione presentata dall’on. Susanna Cenni, parlamentare del Partito Democratico, al Ministro dello Sviluppo Economico e al Ministro dell’Economia e delle Finanze sulla chiusura degli uffici postali. In essa si chiede quali provvedimenti urgenti intendano intraprendere i ministeri competenti, per promuovere una efficace e rapida soluzione concordata tra Poste Italiane, Regioni ed enti locali coinvolti.

Il servizio postale è spesso insostituibile nello svolgimento di moltissime attività quotidiane di famiglie ed imprese, come il pagamento delle utenze, il ritiro del denaro contante e l’invio di comunicazioni soggette al rispetto perentorio di scadenze. Tale servizio assume, soprattutto nei piccoli comuni e nelle aree marginali e rurali, una fondamentale funzione che non si limita ai servizi tradizionali, ma si estende sempre più a servizi bancari come conti
correnti, libretti di risparmio, carte di credito, carte prepagate, oltre ai pagamenti delle pensioni. Il servizio postale rappresenta, soprattutto per la popolazione anziana, l’unico presidio in termini di servizio finanziario accessibile localmente.

Il nuovo piano industriale della società Poste Italiane prevede la chiusura di numerosi uffici postali e la riduzione del servizio a giorni alterni per altre strutture; non prevede inoltre nuove aperture di sportelli bancomat “bancoposta”, una soluzione che potrebbe limitare i disagi causati alla popolazione residente. Tali tagli, peraltro non concordati con gli enti locali interessati, creeranno quindi inevitabilmente profondi disagi soprattutto alle fasce deboli della popolazione (cittadini anziani e meno abbienti), che avranno maggiori difficoltà a raggiungere gli uffici postali vicini, ed alle comunità che abitano in zone montane o marginali.

Lo scorso aprile il sottosegretario di Stato allo Sviluppo Economico, ha garantito che Poste Italiane avrebbe coinvolto fin da subito regioni e comuni nella fase attuativa del piano di razionalizzazione degli uffici postali. Dal canto suo l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGICOM) ha obbligato Poste Italiane ad avviare con le istituzioni locali un confronto sulle possibilità di limitare i disagi per le popolazioni interessate, individuando soluzioni alternative.

Il Consiglio di Stato, con la sentenza 1262/2015, ha ritenuto fondato il ricorso di un comune campano contro Poste Italiane, stabilendo che l’azienda deve garantire un adeguato numero di punti di accesso al servizio su tutto il territorio nazionale comprese le zone montane e rurali. Mentre i Tar di alcune regioni, tra cui Lazio e Toscana, sempre in conseguenza di ricorsi dei Comuni interessati, hanno deciso di sospendere la chiusura di taluni uffici postali, valutando che “pur ritenendo legittima la decisione di Poste, si rileva la prevalenza dell’interesse pubblico allo svolgimento del servizio pubblico”. Anche a seguito di tale sospensione, il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha chiesto a Governo e Poste un tavolo per trovare una soluzione definitiva, “che tenga conto delle esigenze di razionalizzazione degli uffici, ma nello stesso tempo venga incontro anche alle esigenze dei cittadini”.

Commenta Zardini: “Mi auguro si trovi una soluzione che preveda una razionalizzazione del servizio postale compatibile con la salvaguardia del servizio universale, le necessità della popolazione, le attività delle imprese, la tutela dei territori marginali e le indicazioni delle autorità nazionali competenti.”