Sicurezza in Veneto: Zaia taglia, il governo aumenta i fondi

Pubblicato da il 18 Febbraio 2015 0 Commenti

Il governatore Luca Zaia prosegue la sua campagna sul tema sicurezza, protestando contro la presunta noncuranza del governo e chiedendo “più forze dell’ordine, meglio pagate e con più mezzi e supportate dall’Esercito a presidio del territorio. Lo Stato sta clamorosamente fallendo su uno dei fronti più sensibili per la popolazione”.

I dati, però, dicono ben altro. A fronte dei tagli della Regione, che nel bilancio 2015 stanzia solo 60.000 euro, i decreti governativi stanno aumentando le risorse per la sicurezza su tutto il territorio nazionale, Veneto incluso. Mentre con i governi di centrodestra la sicurezza ha subìto tagli complessivi per 2 miliardi e mezzo (dal 2009 al 2011), con il governo Monti è iniziata un’inversione di tendenza e con i due governi a guida PD sono aumentati i fondi stanziati (+618 milioni per il 2014 e +114 milioni per il 2015).

Non va certo dimenticato lo sblocco di 1 miliardo circa di euro programmato per il 1° gennaio 2016 e anticipato dal governo Renzi al 1° gennaio 2015 per la famosa vertenza dei tetti salariali degli stipendi dei Comparti Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico.

Quanto alla critica circa il taglio del finanziamento per la cosiddetta operazione “Strade Sicure”, che riguarda l’impiego di militari a presidio di obiettivi sensibili, nel Decreto Milleproroghe il Governo ha previsto per adesso un rifinanziamento dell’operazione fino al 31 marzo 2015, e nel Decreto Antiterrorismo la proroga fino al 30 giugno 2015, con un rafforzamento del contingente messo a disposizione dalle Forze Armate che passa, sempre su scala nazionale, da 3.000 a 4.800 unità.  Altri 600 militari saranno a disposizione con l’inizio di Expo per presidiare gli obiettivi sensibili.

Dopo 5 anni di sicurezza zero da parte di Zaia, evidenziati nella tabella in calce, non si capisce di quale emergenza parli. Se il presidente della Regione valuta ci sia una situazione emergenziale sul fronte sicurezza, perché stanzia molto meno di quanto stanzia per l’identità veneta? E’ imbarazzante per Zaia il confronto di questi 5 anni con i precedenti: 74 milioni contro 5 milioni. E metà di queste risorse sono state stanziate per il Veneto dai governi Letta e Renzi.

Zaia è riuscito perfino a cancellare la scuola regionale di polizia, ha smesso di dare una mano alle forze di polizia locale e ha ridotto di molto gli investimenti per dare telecamere ai comuni più colpiti da furti e rapine. E’ una vergogna che la regione non faccia sentire la sua solidarietà ai sindaci e ai cittadini così duramente colpiti da reati e da una criminalità sempre più pericolosa. Non sfuggono i dati sulle ultime operazioni realizzate dalle forze di polizia e dalla magistratura, che hanno evidenziato una infiltrazione criminale e mafiosa sia nel veronese che nel vicentino che nel padovano. Anche su questo la Regione Veneto e Zaia sono in ritardo. Ha eliminato le risorse per la formazione della polizia locale, e siamo ancora in attesa della stazione unica appaltante approvata nella legge regionale contro la criminalità organizzata.

Zaia, come i suoi amici Maroni e Salvini, è ancora convinto – polemizzando con Saviano – che al nord la mafia non esista e non ha ancora capito che una volta penetrata nel sistema produttivo del Veneto poi rischia di espellere le aziende oneste e sane, ed è un virus che va combattuto senza perdere tempo. Quindi, prima di fare chiacchiere sui temi della sicurezza, Zaia si preoccupi di fare quello che è nei suoi poteri e possibilità e metta le risorse che ha dirottato per la sua costosissima comunicazione fatta di spot radiofonici e televisivi contro la quale il consigliere regionale PD Piero Ruzzante ha già presentato un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti.

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