Politica della mobilità, il PD invita a voltare pagina

Pubblicato da il 10 Dicembre 2014 0 Commenti

La bocciatura del traforo a due tempi fa tabula rasa di tutte le politiche dell’amministrazione Tosi in tema di mobilità cittadina che a questa maxi opera sono state legate in modo tanto indissolubile quanto sciagurato. Ricordiamo, tra le più importanti, l’estensione della ztl a Veronetta e il parcheggio scambiatore di Cà di Cozzi atteso dal filobus che si sarebbe dovuto realizzare proprio con il traforo. La sfrenata superficialità e la disorganizzazione di questi amministratori, che si rivelano incapaci di attuare perfino una misura elementare come la chiusura di una finestra ztl in centro storico, li condanna a lasciare la città in condizioni peggiori di come l’hanno trovata nel 2007, con una viabilità sempre più insostenibile, il trasporto pubblico ormai ridotto al lumicino, una rete di piste ciclabili mai completata.

I tanti anni di completo immobilismo trascorsi a rincorrere un’idea sbagliata (vale per il traforo ma si potrebbe parlare anche di Cà del Bue) rappresentano per Verona un danno incolmabile e riaffermano la necessità di ripartire con una progettualità nuova fatta da persone diverse e con idee al passo con i tempi. Neanche in questo frangente l’amministrazione ha brillato per trasparenza: le difficoltà di finanziamento e le anomalie di un project che non prevedeva nessun vero rischio d’impresa erano note fin dalla campagna elettorale 2012. Ciò malgrado si è inteso tirare dritto arrivando ad affermare l’esistenza di cose che nessuno ha mai potuto vedere, come il famigerato parere positivo dello studio Cancrini. Che adesso non serve più.

Michele Bertucco, capogruppo PD in Consiglio comunale
Marco Burato, vicesegretario provinciale PD