Dai fondi europei opportunità per il Veneto

Pubblicato da il 8 Luglio 2014 0 Commenti

Sono quasi tre miliardi di euro i fondi europei destinati al Veneto nei prossimi 7 anni, che potranno essere utilizzati direttamente dalla nostra Regione o assegnati a imprese, enti locali, associazioni. A tal fine il Consiglio Regionale nelle sedute dell’8, 9 e 10 luglio approverà strategia, risorse ed interventi da proporre all’UE.

I consiglieri regionali del Partito Democratico Bonfante e Fasoli, dopo aver sottolineato la contraddizione di chi, Zaia in testa, vuole uscire dall’Euro e nel contempo spera in un rilancio del Veneto grazie ai fondi europei, ne evidenziano l’importanza: “I fondi europei” dichiarano ” sono una grande occasione per le nostre imprese, l’economia, il lavoro. A fronte di proposte certamente condivisibili, rimangono altrettante perplessità e carenze: alle proposte della Giunta regionale manca una strategia unitaria, che indichi una strada chiara e percorribile”.

Il gruppo regionale del PD”, continuano i 2 consiglieri veronesi, “presenterà alcuni incisivi emendamenti per impedire alcuni errori e colmare vuoti evidenti”.

In primo luogo chiederà, come prevede la legge regionale, che tutta la materia sia seguita dal Consiglio, che dovrà essere coinvolto in tutta la gestione monitorandone lo svolgimento e approvando la conclusione degli accordi di partenariato e ogni eventuale modifica ai progetti, che riguardano lo sviluppo regionale (FESR), l’agricoltura (FEASR) e tutte le attività relative ai temi dell’occupazione, della formazione e della lotta al disagio sociale contenute nel Fondo Sociale (FSE).

Ad esempio, per il FESR Bonfante punta l’indice su alcuni limiti:

– le aree della pedemontana e della bassa e centrale pianura, in particolare del veronese come il sambonifacese ed il legnaghese, sono penalizzate ed escluse immotivatamente da una serie di misure (l’asse 6 sullo sviluppo urbano sostenibile, i GAL, le aree deboli);
– i fondi per l’agenda digitale sono insufficienti e polverizzati, mentre dovrebbero essere concentrati soprattutto per portare la banda larga in tutto il Veneto e avviare il programma per la Banda Ultra Larga;
– le misure per la riduzione dei consumi energetici in alcune parti sono superficiali, poiché non tengono conto dei finanziamenti e delle detrazioni fiscali già presenti a livello nazionale;
– la previsione del biglietto integrato delle Aziende di Trasporto, che doveva entrare in vigore già anni fa, rischia di apparire ridicola a fronte di 30 diversi gestori nel Veneto, se non si ha il coraggio di intervenire efficacemente nella riorganizzazione e del servizio;
– i centri pubblici culturali e le bellezze naturali, di grande rilievo anche per il turismo e l’economia, sono totalmente ignorati;
– nulla è previsto per la bonifica dei siti inquinati, per cui il Veneto e Verona purtroppo primeggiano.

Da parte sua Fasoli evidenzia la necessità di intervenire sul Fondo Sociale Europeo (FSE) con alcune modifiche specifiche:

– in linea generale va garantita una maggiore integrazione tra i fondi e una precisa finalizzazione alle priorità che la stessa Regione indica;
– vanno maggiormente coinvolte le amministrazioni locali e i soggetti sociali, creando una cabina di pilotaggio delle azioni;
– vanno meglio integrate le risorse con quelle provenienti da accordi tra le parti sociali (Enti Bilaterali e fondi interprofessionali);
– vanno ridotte le risorse destinate all’obiettivo dell’adattamento dei lavoratori e delle imprese ai cambiamenti, non perché il tema non sia importante, ma perché sull’obiettivo già insistono altri interventi e vanno destinate le risorse risparmiate, almeno tre punti percentuali, a potenziare i servizi, pubblici in primo luogo, destinati al mercato del lavoro, a finanziare le attività di orientamento scolastico e professionale che aiutano a ridurre la dispersione e infine a potenziare l’asse relativo alla capacità istituzionale migliorando le capacità e l’efficacia delle azioni delle amministrazioni pubbliche;
– vanno previsti interventi più adeguati per ridurre l’area dei NEET e cioè dei giovani che non sono né a scuola, né al lavoro, né impegnati in tirocinii o stage;
– va previsto un sistema molto efficace di certificazione delle competenze acquisite che accompagni la vita della persona, facendolo diventare un punto chiave per l’occupabilità;
– va previsto un potenziamento della formazione lungo tutto l’arco della vita, il cosiddetto lifelong learning, che coinvolge ancora troppo poche persone;
– vanno potenziate le attività finalizzate alla staffetta generazionale, permettendo un mantenimento flessibile in attività delle persone più anziane finalizzato all’accompagnamento e alla preparazione dei più giovani per non disperdere esperienze e competenze importanti;
– vanno meglio coordinate le politiche per favorire l’inclusione sociale e la lotta contro la povertà bilanciando gli interventi rivolti a proteggere i lavoratori e i disoccupati con quelli rivolti alle persone e alle persone a rischio;
– vanno trovati forti collegamenti con gli interventi nel settore turistico e della cultura, strategici per il Veneto, con una attenzione particolare alla creazione delle professionalità necessarie.

A questi e altri interventi si accompagneranno quelli relativi all’agricoltura, molto importanti per la nostra realtà, che verranno avanzati dai nostri responsabili di settore. Ricordiamo a titolo di esempio:

– all’impianto positivo delll’impostazione del fondo vanno fatti corrispondere i bandi che dovranno essere adeguatamente flessibili per rispondere alle esigenze del settore;
– dovranno essere aumentate le risorse per il progetto LEADER senza escludere le zone classificate di tipo B;
– per la risorsa idrica, oltre agli investimenti aziendali, servono progetti gestiti dai Consorzi a livello inter-aziendale;
– serve una maggiore integrazione per le politiche della montagna;
– vanno favorite le forme di aggregazione cooperativa tra imprese.

Franco Bonfante e Roberto Fasoli
consiglieri regionali PD